dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei
cosa si nasconde dietro alle nostre scelte di lettura?
ecco un’analisi dei fattori che ci spingono ad acquistare nuovi libri, offerta da una Gen-Zer che ama over-analizzare la realtà circostante.
prova per un attimo a visualizzare la tua libreria.
quanti sono i libri che hai già letto? e quali continui a rimandare? di quali libri hai letto la trama prima di decidere se acquistare? quali invece hai scelto sulla base di una recensione su TikTok?
ora, la risposta ad almeno una di questa domanda potrebbe essere una confessione scomoda da affrontare, specie quando ti trovi a conversare con la tua cerchia di amici acculturati. tuttavia vengo a consolarti a riguardo: non sei il solo.
Umberto Eco sosteneva che chi non legge libri arriverà a 70 anni avendo vissuto solo la propria età anagrafica, chi legge avrà invece vissuto 5000 anni. Conseguentemente, in quei 5000 anni di “vissuto letterario”, la personalità si sarà plasmata anche sulla base delle letture in cui ci saremo cimentati. paradossalmente ci troviamo in un’epoca in cui succede l’opposto: scegliamo quali libri leggere per dimostrare la nostra appartenenza a un determinato gruppo sociale, come a voler costruire ex nihilo la nostra identità. mentre acquistiamo un libro ci immaginiamo già la bella figura che faremo quando potremo citarne un estratto. anche se spesso, finiamo per attaccare un’intera confezione di post-it su un libro del quale dopo qualche mese ci ricorderemo davvero poco.
#BookTok
se siete entrati in una qualsiasi libreria mainstream negli ultimi anni, avrete notato il (ormai non più nuovo) corner intitolato #BookTok - vale a dire quei libri che devono gran parte della loro popolarità ai contenuti di qualche utente virale su TikTok che promuove una determinata copertina, utilizzando l’hashtag #BookTok appunto.
questo trendsetter ha scatenato non poche critiche. due fra le quali riguardano la brevità dei video che recensiscono - fattore che spesso non lascia il tempo necessario per trasmettere un’immagine che renda giustizia al titolo in questione; in secondo luogo, il pathos suscitato dai BookToker improvvisati critici letterati può alterare la percezione degli utenti - questi ultimi saranno più o meno inclini a leggere un libro non per gusto personale, bensì sulla base dell’opinione di un perfetto sconosciuto.
dall’altro lato tuttavia, il fenomeno descritto sembra aver avuto anche un impatto positivo a livello numerico sul mondo editoriale. chi sembra beneficiarne maggiormente sono le piccole e medie case editrici, le quali sfruttano l’ondata di notorietà ottenuta quasi a costo 0. da ciò ne consegue che autori emergenti sono potuti entrare nel mondo editoriale al quale forse, senza la spinta di #BookTok non avrebbero avuto un facile accesso.

la libreria virtuale di Amazon
Amazon, piattaforma oggi conosciuta per essere il più grande negozio online, nasce con scopi differenti rispetto al colosso che è in data odierna. l’obiettivo prefissato da Jeff Bezos negli anni ‘90 era quello di diventare la più grande libreria online esistente.
ben presto, il fondatore inizia a sfruttare logiche di mercato per offrire qualcosa in più che semplici copertine. di fatto, chiede agli utenti di recensire i libri acquistati; tali recensioni venivano poi pubblicate affinchè altri utenti potessero essere incentivati ad acquistare sempre più libri seguendo le proprie preferenze. appreso però che non tutti gli utenti erano disposti a recensire le letture effettuate, Bezos delega le recensioni a un team specializzato, il cui compito era quello di leggere quanti più libri possibili in tempi brevissimi per poter poi offrire agli acquirenti un feedback per ciascuna copertina. non passa molto tempo prima che il fondatore si accorga che nemmeno questo metodo è il migliore: dispendio di energie e denaro.
è qui che si inserisce la mano magica: l’Intelligenza Artificiale.
sfruttando una dinamica di sorveglianza degli atteggiamenti degli utenti, Amazon inizia a registrare gli acquisti degli utenti, categorizzando i comportamenti di ciascun acquirente in clusters, usando tali dati per mettere in atto logiche di suggerimenti mirati. ad esempio: un utente acquista un certo libro X, e poi un altro libro Y. quando un secondo utente acquisterà tale libro X, gli verrà suggerito di comprare insieme il libro Y. più passa il tempo, più l’algoritmo di raccomandazione si nutre di dati, facendosi di conseguenza sempre più specifico nei suggerimenti.
la libreria fisica di Amazon
Kyle Chayka, giornalista statunitense, in un capitolo del suo libro “Filterworld - come gli algoritmi hanno appiattito la cultura“ racconta la sua esperienza in prima persona al suo ingresso nel punto vendita di Amazon a Washington - Amazon Books.
La disposizione del negozio fisico seguiva il design del sito web con i titoli “più popolari“ in primo piano. I libri non erano organizzati per autore, per nazionalità e nemmeno per genere, ma per successo online: questo era l’algoritmo utilizzato da Amazon Books per determinare la qualità e il valore della lettura. Il coinvolgimento regnava ancora una volta sovrano.
l’autore prosegue descrivendo i suoi sentimenti estranianti provati in quella libreria sui generis, dove la logica algoritmica di Internet fa intrusione nella vita reale, stravolgendo le logiche comuni di acquisto.
ciò che manca, secondo Chayka, nel negozio descritto è quella intelligenza individuale che solitamente dà una certa impronta alle librerie. in un ambiente dove le uniche logiche seguite sono quelle di mercato, vengono a mancare gli appigli offerti solitamente dalla curatela umana. manca il venditore che, selezionando certi titoli in evidenza sembra allungarti una mano dicendo: fidati di me.
tali meccanismi vanno inevitabilmente a ledere il criterio del “leggo quel che mi piace”, trasformandolo in uno spersonalizzato “leggo quel che piace” (agli altri).
quality over quantity
con l’avvento degli audiolibri succede che molte persone estranee alla lettura per carenza di tempo o di voglia, si avvicino al mondo editoriale ascoltando un classico letto dalla voce di un attore che sappia dare la giusta intensità e passione. così sempre più utenti iniziano a preferire l’ascolto di un buon libro rispetto alla radio o alla playlist di Spotify quando si trovano in macchina.
è chiaro che i lettori più accaniti, amanti del profumo della carta stampata potrebbero avere il rigetto, tuttavia l’esperienza uditiva per un’ampia parte di popolazione ha più impatto emotivo rispetto alla lettura vera e propria.
allo stesso tempo, purtroppo, l’alternativa dell’audiolibro ha fatto sì che venisse rubato alla lettura il pregio della sua lentezza. leggere richiede un ritaglio di tempo da dedicare esclusivamente al titolo scelto, ma la situazione cambia drasticamente quando interviene il multitasking. ascoltare un libro ci consente di svolgere più attività contemporaneamente, e il rischio è quello di finire per non prestare la giusta importanza all’ascolto perché troppo presi da altro. infine, vivendo nell’epoca della velocità, rischiamo di cadere nella tentazione di riprodurre l’audio libro con la velocità x 1.5, trasferendo la priorità sulla quantità di libri ascoltati e perdendo il focus sulla qualità.
godere della compagnia di un libro
arrivati al termine di questa riflessione, ritengo che trovare ispirazione in una community online riguardo quali libri leggere possa essere un’opportunità per scoprire libri che altrimenti lasceremmo sullo scaffale di una libreria, tuttavia è bene prestare attenzione che le scelte altrui o il desiderio di sentirci socialmente accettati non vadano a prevalere sulla nostra identità.
la compagnia di un buon libro ha il potenziale di elevare le nostre giornate, ma se a scegliere il libro, seppur inconsapevolmente, non siamo più noi, allora meglio soli che mal accompagnati.